Rivelatori di calore pneumatici termovelocimetrici (o ad espansione)

Rivelatori di calore pneumatici termovelocimetrici ( o ad espansione )
Un rapido incremento di temperatura ( 5 - 30 °C al minuto ) provoca un innalzamento della pressione nella camera aerotermica in lamierino sottile. La membrana, direttamente collegata alla camera, si deforma elasticamente aprendo il circuito elettrico. Un foro regolabile permette la fuoriuscita lenta dell’aria quando l’incremento della temperatura è lento.

Rivelatori di calore termovelocimetrici a mercurio

Rivelatori di calore termovelocimetrici a mercurio
Lo spazio sopra il mercurio contiene un liquido a basso punto di evaporazione ed uno dei due estremi viene isolato termicamente. Lenti incrementi di temperatura sono compensati, mentre rapidi incrementi di temperatura provocano un aumento della tensione di vapore del liquido della parte non isolata. La differenza di pressione sposta il mercurio interrompendo il circuito tra i due elettrodi.

Rivelatori di calore termovelocimetrici a lamina bimetallica

Rivelatori di calore termovelocimetrici a lamina bimetallica
Analogo al tipo termostatico. Vi differisce per la presenza di due lamine bimetalliche anzichè una sola e per l’isolamento termico di una delle due. Se l’innalzamento della temperatura è brusco, la lamina isolata si flette con ritardo provocando l’allarme. Se invece la temperatura aumenta lentamente, entrambe le lamine si flettono allo stesso modo senza interrompere il circuito elettrico.

Rivelatori di calore termostatici a lamina bimetallica

Rivelatori di calore termostatici a lamina bimetallica
L’aumento della temperatura provoca la flessione di una speciale lamina costituita dall’ unione di due metalli con diverso coefficiente di dilatazione termico. Tale flessione apre il contatto elettrico normarmalmente chiuso, provocando l’ allarme. Possiede sia alti valori di soglia dell’allarme che elevata inerzia.

Rivelatori di fumo

Rivelatori di fumo
I rivelatori di fumo sono quei rivelatori che reagiscono alle particelle volatili e agli aerosoli prodotti nella combustione. Sono definiti dalle norme europee EN-54-7 e si dividono fondamentalmente in due tipi:

A loro volta questi ultimi si dividono in

Rivelatori ottici di fumo a diffusione

Rivelatori ottici di fumo a diffusione
Si differenziano dai rivelatori ottici ad estinzione per la presenza di uno schermo che trattiene i raggi di luce.
Se si è in presenza di fumo, il fascio di luce è parzialmente diffuso. I raggi non giungono tutti sullo schermo ma alcuni raggiungono la fotocellula che è così in grado di produrre l’allarme.
I rivelatori ottici hanno il problema di evitare falsi allarmi dovuti al ricevitore che segnala una variazione di intensità luminosa. Tale variazione può essere causata da agenti esterni quali: sorgenti luminose esterne, insetti.

Rivelatori ottici di fumo a estinzione

Rivelatori ottici di fumo a estinzione
In condizioni normali il segnale luminoso giunto al ricevitore è pari al 100% del segnale inviato dall’emettitore. Se si è in presenza di fumo, invece si ha una riduzione dell’energia ricevuta a causa dell’assorbimento da parte delle particelle di fumo.

Rivelatori di fumo a camera a ionizzazione

I Rivelatori di fumo a camera a ionizzazione sono utilizzati in quei luoghi ove non si ha:

  • umidità dell’aria superiore al 95%
  • sviluppo di vapori e gas
  • notevoli correnti d’aria
  • elevate concentrazioni di polveri

pertanto sono molto indicati quando si prevede un principio di incendio con combustione molto lenta, con emissione di fumo e gas di combustione. Queste condizioni si verificano quando si ha combustione di prodotti solidi quali filati, carta, legno, gomma, materie plastiche etc., specialmente se questi sono accatastati.
Principio di funzionamento:
Il rivelatore è costituito da due piastre elettriche cariche e da una sorgente radioattiva (Americio 241 o Radio 226) di particelle a.
Tali particelle ionizzano l’aria. In assenza di fumo si avranno tante cariche positive quanto quelle negative. Queste verranno attratte dalle due piastre in maniera tale da formare una piccola corrente di ionizzazione che può venire facilmente misurata con strumenti elettronici: Se siamo in presenza di incendio le molecole di fumo entrando nella camera, neutralizzano tali ioni provocando un abbassamento della corrente. Tale variazione della corrente viene rivelata da un circuito elettronico che invia il segnale per attivare l’allarme.
Questo rivelatore può essere migliorato utilizzando due rivelatori identici: uno esposto all’aria e uno chiuso in cui ho umidità fissata e pressione atmosferica. In questo modo si riducono i problemi dovuti all’umidità che influisce in maniera rilevante su questi tipi di rivelatori poiché l’umidità incide sulla ionizzazione dell’aria.
Se l’umidità o la pressione atmosferica cala, si ha una variazione su entrambi i rivelatori. Dal confronto continuo tra quello esposto all’aria e quello controllato, sarà disponibile una differenza di tensione che verrà elaborata e inviata al circuito d’allarme.

Impianti di rivelazione incendio

Gli impianti di rivelazione incendio avvertono l'uomo del pericolo, permettendogli di intervenire in un momento in cui questo è generalmente ancora insignificante. Sono costituiti da alcuni componenti obbligatori o di base e da altri facoltativi o supplementari.
Sono comunque necessari, nella realizzazione dell'impianto:

  • i rivelatori automatici d'incendio
  • i punti manuali di segnalazione
  • la centrale di controllo e di segnalazione
  • le alimentazioni

A questo proposito si veda la norma UNI 9795 (pag. 2 p.to 5).

La realizzazione di un sistema di rivelazione segue opportune norme di installazione e costruzione pubblicate e periodicamente aggiornate da un apposito Concordato Italiano Incendio Rischi Industriali sulla scorta di analoghe norme elaborate dal Comitato Europeo delle Assicurazioni.Per la tipologia e le caratteristiche degli edifici gli impianti di rivelazione devono essere concepiti in maniera differente a seconda delle condizioni di intervento. L'organizzazione di allarme deve essere su misura, capace di intervenire a fronte di qualunque emergenza, limitare al minimo false segnalazioni, garantire efficienza e tempestività. I rivelatori automatici sono sovente affiancati a sistemi manuali, e spesso è prevista una installazione di spegnimento del sistema per contenere i danni causati da falsi allarmi.